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ALCOLISTI ANONIMI

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 Benvenuto nel sito Alcolisti Anonimi Sardegna

 

Mi presento: mi chiamo Valeria e sono un'alcolista.

Ho iniziato a bere in sordina, considerando innocue le mie birre al fine settimana che mi rilassavano dopo il lavoro ed i bicchieri di Rosé V8 che, durante i reading poetico-letterari che frequentavo leggendo le mie poesie, mi davano un tono e più coraggio: ero più “sgamata” in sostanza.

Poi ho cominciato a bere un sorso o due di birra dopo il lavoro, attingendo da lattine di birra di super sotto marca che costava solo 0,39 centesimi mezzo litro: che male può fare poca birra per rilassarsi?

Il giorno che mio padre è stato ricoverato in ospedale per una grave malattia dalla quale è guarito dopo 3 mesi, non ho toccato un goccio di alcool ma eccedevo con il caffè.

Era di questo periodo, autunno ed avevo come ora due lavori: con mia sorella, commercialista al mattino. Con mio padre, la seconda ditta, un'officina meccanica al pomeriggio.

Durante la sua assenza ho dovuto prendere le redini dell'attività per l'altro riuscita benissimo. Tornavo a casa la sera e dovevo curare il giardino e l'orto, zappare, togliere le verdure rimaste per congelarle ed evitare si sciupassero...

Con la luce dei lampioni lavoravo fino alle 20 nell'orto, dopodiché toglievo le foglie secche dal cortile e le rastrellavo dal prato perchè il tempo di letargo delle tartarughe si avvicinava e dovevo lasciar loro un letto di foglie calde.

Bene, un bicchiere o due di bonarda che mi scaldavano e mi davano energie che male poteva fare? Ho sempre avuto una pancreatite cronica, adesso quasi perfettamente guarita avendo smesso di bere...

Mia zia si è ammalata di cancro al pancreas perchè ai pasti principali beveva sempre birra “perchè le piaceva”. Chissà se con una figlia anoressica ed un marito sordo anche la mia cara “Ziottì” beveva per tirare avanti... Non lo saprò mai. So solo che ho passato due anni ad accompagnarla in oncologia a fare la kemioterapia e sempre mi diceva di non bere perchè l'alcool faceva malissimo e uccideva.

Il 3 dicembre dello scorso anno, nemmeno un anno fa, entrava in ospedale con una emorragia interna ed io le promettevo di non bere più. E' stato dal 13 dicembre che ho capito che “non riuscivo a non bere”. Ho avuto paura, terrore direi, perchè mi sono scoperta in pericolo da una sostanza che ormai era diventata parte integrante della mia vita.

Quante volte cucinavo con il Tavernello il riso o l'arrosto e poi bevevo il rimanente? Quante volte facevo torte buonissime a detta di mio padre e del mio fidanzato ma nessuno sapeva che gli mettevo del Rhum che poi, puntualmente, bevevo prima di ogni impasto? E adesso cosa potevo fare a farne senza? Ero diventata davvero alcolista senza volerlo e senza saperlo?

E' stato allora che ho conosciuto l'associazione Alcolisti Anonimi. Dapprima frequentavo le riunioni il sabato pomeriggio in una città non lontana da casa mia, sentendomi subito accolta con affetto come una seconda famiglia (oppure come la prima vera famiglia...)

In seguito, come dice anche il libro Vivere Sobri, ho notato che mi stavo troppo affezionando ad un membro del gruppo ed ho lasciato le riunioni. E' stata una mossa decisamente sbagliata e controproducente.

Mi sono iscritta a questo sito Aiuto Alcolisti Anonimi ed i primi tempi frequentavo le riunioni in chat ed ero sempre attiva nel programma.

Passando il tempo, ho fatto un altro imperdonabile errore che, purtroppo, mi ha causato frequenti ricadute anche se senza danni apparenti: mi sono sentita sicura di me.

Cosa peggiore, ho detto a me stessa che senza l'alcool potevo farcela perché “io” ero più forte. Non ho mai fatto tanti errori stupidi e superficiali in meno di un anno.

Da qualche tempo non vedevo più bene e mi hanno diagnosticato un'ischemia oculare.

Mi hanno chiesto se fossi caduta oppure andata in quei tipi di giostre che rapidamente vanno su e giù (io ero andata alle Torri Gemelle di Mirabilandia lo scorso anno ma non avevo avuto mai problemi).

Nella mia mente però, ho capito a cosa il dottore si potesse riferire: la sera prima avevo bevuto. Ero andata ad una serata in memoria della donna che ho amato e era mancata lo scorso luglio. Lei beveva sempre, le piaceva. L'alcool se l'è portata via prosciugando il suo corpo già esile, causandole un tumore al pancreas, al fegato ed allo stomaco.

Non ho bevuto tanto (non rispetto ai miei passati standard) ma una birra Gasoline, 8°, bevuta sentendo le sue canzoni è stata fatale. Ho vomitato, logicamente perchè non reggo più, per fortuna, l'alcool. La testa mi è girata fino alle 2 del mattino.

Dal venerdì 14 ottobre mi sono detta per l'ennesima volta “basta”... ed eccomi, al giorno dopo ad una festa delle castagne con in mano un'altra birra rossa NoNeim.

Quella non l'ho finita. Ho gettato mezzo bicchiere e non voglio più toccarne. Sono alcolista. Ho capito che, purtroppo, ha l'alcool il coltello dalla parte del manico ed io sono impotente di fronte a lui.

Il mio compleanno di sobrietà, con il vostro aiuto, vorrei fosse il 16 ottobre, tra un anno... ma per ora, come dice il programma di Alcolisti Anonimi, vivo il presente: minuto per minuto, ora per ora.

Perchè l'alcolismo è una malattia progressiva, incurabile e mortale. Moriremo tutti prima o poi, ma io ho deciso che voglio vivere sobria e morirò anche io, come tutti, ma non a causa dell'alcool.

Valeria alcolista

 

 

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