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ALCOLISTI ANONIMI

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Buon giorno, oggi posso parlare, vedere, mangiare, dormire, fare ciò che una persona si sente di fare, serenamente, perché in ogni cosa che mi appresto a fare, io oggi, ci metto il cuore.
Direi che quando si parla di amore, lo penso e lo metto in tante lettere, nella vita di ogni giorno, l'ultima lettera sono io e se io lo desidero, posso cambiare.
Ciao a tutti, mi chiamo Christian e sono un alcolista, così mi presento, perché così con questa frase ho avuto una seconda vita. La prima era un disastro, bevevo già di mattina per caricarmi, per affrontare la giornata; mio padre che tornava a casa ubriaco, mi picchiava, poi se non gli bastava puntava su mia madre e mio fratello. I giorni non cambiavano, era un registratore che continuava sempre, in continuazione, io e la mia bottiglia eravamo sempre in fuga e i problemi crescevano. A scuola non andavo bene, facevo fatica a socializzare e mi chiudevo in me stesso, stavo diventando molto problematico. Uscivo con gli amici che ero già ubriaco e con il tempo persi stima di me stesso. Non riuscivo neanche a mantenere un rapporto di coppia, il mio amore era sempre e solo la bottiglia.
Passarono gli anni, andai a militare, con onore ero imbarcato sulla "Amerigo  Vespucci", nave scuola cadetti, ma l'alcol mi portò via anche quel sogno, stavo perdendo qualcosa di importante. Gli anni passarono e con me cresceva anche la quantità di alcol, ero sempre più compulsivo e il bicchiere era la mia ossessione. Perché non riuscivo a fermarmi?, perché non riuscivo a dire di no a me stesso?, perché ero dipendente dagli amici, da tutto?, perché non riuscivo dire di no agli altri?, e perché se cedevo andavo in paranoia e mi venivano i sensi di colpa? Questo era ciò che pensavo ed ero molto confuso, specialmente quando andavo a fare gli incontri di Kinkbox, ero una furia, ed ero ad un passo dai mondiali. Ma successe che Christian entrò in un altro tunnel di dipendenza, quello della cocaina, e tutto quello che si chiama sostanza lo misi al primo posto, nel mio pensiero. Fù lì che persi anche la voglia di combattere ed erano più le volte che ero a terra di quelle che ero in piedi. Bastavano poche bottiglie per mettermi a tappeto. Era tanto normale, per me, che tutta questa storia mi portasse in carcere. Lì cominciai a pensare da sobrio e mi sentivo diverso, il diverso era perché non bevevo… avevo smesso con il primo bicchiere, ma ero costretto perché ero rinchiuso nelle mura del carcere. Lì capii quanto è bello vivere senza dipendenza, senza essere schiavo di qualcuno: il suo nome è alcol!
Uscii dal carcere e il pensiero per la bottiglia c’era, ma in un lampo conobbi una ragazza e in un lampo mi ritrovai con una bambina, mia figlia Valentina, e in un lampo toccai ancora l'alcol, e in un lampo persi tutto quello che avevo creato… tutto in un tempo breve. Mi mancava ormai il suicidio e lo avevo anche pensato, ma pensai anche se fosse giusto che un padre andasse avanti in questo modo nel distruggere la propria vita e la vita di chi lo ama, specialmente la propria figlia, VALENTINA !!!
Pensavo e alle volte piangevo, chiedevo aiuto, ma nessuno poteva aiutarmi perché nessuno sapeva in quale modo! Ringrazio Dio, per come lo concepisco, perché un giorno andai al Sert e fu il Sert ad indirizzarmi ad ALCOLISTI ANONIMI. Lì ottenni tutte le risposte alle mie domande, la prima era scontata: perché non riuscivo a fermarmi al primo bicchiere? Perché sei una persona malata, mi venne detto, e quando bevi si scatena una compulsione alcolica. Tutto diventa un circolo vizioso e dove vive l'alcol vivo anche io; ma se io non vivo più con l'alcol, bene, allora sono libero e vivo la mia vita in autonomia… vado dove voglio io.
A piccoli passi, con il programma e un nuovo stile di vita, non divento più rosso in faccia, dove lavoro mi stimano, se perdo il lavoro non perdo mai la speranza e la voglia di trovarne un altro, ho voglia di vivere, mia figlia mi ama, ho una nuova compagna, ho una nuova famiglia che si chiama Alcolisti Anonimi e ho trovato la parola dignità con fiducia e la fede in questo programma spirituale che non finisce mai di stupirmi. Ogni giorno ci sono delle sorprese, si chiamano: umiltà, tolleranza, fratellanza, servizio, buona volontà e con queste parole, onestamente, ho creduto in me e in quello che sto facendo per me, cambiando sempre in positivo, per socializzare con il mondo senza alcol e con me stesso. Questo si chiama SERENITÀ, per tutta la vita, oggi vedo a colori, i paesaggi, sento i raggi del sole che scaldano il mio cuore perché è pieno di emozioni; e se piango le mie lacrime scendono per te, perché ti voglio bene!
Grazie di esistere, Alcolisti Anonimi.
Christian

 

 

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